
Il modo in cui gli utenti scoprono, valutano e si relazionano con i brand sta cambiando.
Oggi, strumenti come ChatGPT, Gemini, Perplexity e AI Overviews stanno diventando veri e propri touchpoint tra aziende e consumatori. Ed è proprio qui che l’Ufficio Stampa torna a giocare un ruolo decisivo nella costruzione di una presenza digitale credibile e rilevante, capace di emergere anche tra le righe generate dalle intelligenze artificiali.
Dal posizionamento al riconoscimento: cambiano le regole della visibilità
Nell’era dell’AI, la visibilità non si gioca più solo sul posizionamento, ma sulla fiducia.
I modelli linguistici premiano contenuti autorevoli, fonti neutrali e approfondimenti specialistici. ChatGPT cita solo testate e fonti istituzionali; Gemini apre anche a blog e community; Perplexity valorizza la competenza verticale; Google AI Overviews cerca contenuti tecnici e conversazioni credibili, privilegiando le pagine profonde.
La nuova regola è chiara: più che farsi trovare, bisogna farsi riconoscere.
Dove entra in gioco l’Ufficio Stampa?
Il lavoro dell’Ufficio Stampa non è mai stato così rilevante: oggi più che mai, garantire presenza su testate autorevoli, citazioni in contenuti neutrali e partecipazione a conversazioni di settore è la chiave per essere ‘trovati’ e citati dalle intelligenze artificiali.
Un’attività di PR ben orchestrata porta benefici tangibili anche in termini di findability AI-driven: media relations e uscite stampa garantiscono menzioni su fonti autorevoli, che ChatGPT e Gemini valorizzano. Collaborazioni editoriali e guest post aumentano le citazioni in contesti verticali apprezzati da Perplexity. Partecipazioni a discussioni su LinkedIn o Reddit, o la pubblicazione di articoli tecnici su testate specialistiche, migliorano la probabilità di essere inclusi nei risultati generati da Google AI Overviews.
Essere riconosciuti come fonte affidabile significa innanzitutto uscire dalla propria bolla e ampliare il perimetro della presenza digitale. Non basta un buon sito aziendale: occorre essere presenti in contesti editoriali terzi, su testate, blog di settore, canali YouTube ben curati, community verticali dove si costruisce reale autorevolezza.
La credibilità digitale si alimenta nel tempo: non si tratta solo di ‘pubblicare contenuti‘, ma di farli vivere in ambienti riconosciuti e coerenti con l’identità del brand. Quando un’informazione è ospitata su una fonte stimata e neutrale, i modelli AI sono molto più propensi a considerarla attendibile.
Non meno importante è la qualità strutturale dei contenuti. Le AI non premiano la superficialità: cercano contenuti solidi, approfonditi, ben contestualizzati. Report dettagliati, guide tecniche, articoli longform e confronti basati su dati reali hanno un peso specifico maggiore rispetto a post brevi o generalisti.
E tu, sei già visibile nei contenuti generati dall’AI?
Se vuoi scoprire come migliorare la reperibilità AI del tuo brand, contattaci.