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L’Intelligenza Artificiale può detenere diritti di proprietà intellettuale?

La questione divide gli esperti, con conseguenze potenzialmente gravi per il futuro dell’intelligenza artificiale e dell’innovazione informatica.

Sarà anche intelligente, ma non lo è poi così tanto. L’intelligenza artificiale non è nulla senza il contributo umano. Gli algoritmi che guidano l’IA si basano sull’esperienza dei programmatori e non sono altro che uno strumento, seppur potente, che professionisti di ogni settore possono utilizzare per risolvere i problemi.

Il futuro della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale

Tuttavia, questo non significa che l’IA non sia la tecnologia in più rapida crescita al mondo, con il potenziale di trasformare la vita delle persone e di stimolare le economie dei Paesi. Agevolare l’innovazione dell’IA è persino diventata una priorità per l’Unione Europea, come testimoniato dal nuovo regolamento frutto dell’accordo raggiunto con gli Stati membri lo scorso dicembre.

Ma come proteggere le invenzioni generate dall’IA? L’attuale sistema giuridico non offre alcuna protezione, poiché riconosce solo gli esseri umani come proprietari della proprietà intellettuale.

Quindi, quando un sistema di intelligenza artificiale crea qualcosa di nuovo, è giusto riconoscere le persone che hanno programmato quel sistema per il loro contributo all’innovazione e al bene pubblico? Oppure dovrebbe essere solo l’IA ad essere considerata l’inventore di idee che stanno plasmando un nuovo futuro?

Questo rappresenta il fulcro di un acceso dibattito nelle comunità tecnologiche e legali: può l’IA detenere la proprietà intellettuale? E se non può, potrebbe ciò limitare l’innovazione?

Prova a rispondere a queste domande l’ultimo episodio del podcast InsolvenzFest – Le voci della crisi, a cura di OCI – Osservatorio sulle Crisi d’Impresa, prodotto e distribuito da Absolut eventi & comunicazione.
Fino a che punto uno strumento di intelligenza artificiale può diventare talmente autonomo da essere considerato un inventore a pieno titolo?

La necessità di proteggere le invenzioni dell’Intelligenza Artificiale

Secondo Giorgio Spedicato, associato di diritto commerciale presso l’Università di Bologna, sembra che ci sia una disponibilità generale ad accettare il brevetto di invenzioni create da sistemi di intelligenza artificiale. Le potenziali ricompense e le perdite in caso di fallimento sono semplicemente troppo grandi per essere ignorate.

I Paesi che si rifiutano di proteggere le invenzioni generate dall’IA, siano esse create esclusivamente dalla tecnologia o in collaborazione con una o più persone fisiche, rischiano di perdere ingenti investimenti nelle loro industrie più avanzate.

Per un’analisi approfondita su questo argomento, ascolta l’intervento completo di Giorgio Spedicato nell’ultimo episodio del podcast InsolvenzFest.

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