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Linguaggio d’odio e il Giorno della Memoria: cosa scrivono gli italiani online?

By 27 Gennaio 2023 No Comments
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L’odio contro gli ebrei in rete si radicalizza e si concentra nelle date simbolo, come la Giornata della Memoria. Esplode anche in occasione delle aggressioni contro gli ebrei in alcune città e si lega alle esternazioni di alcuni politici.
In occasione del giorno istituito per ricordare le vittime dell’olocausto, Absolut eventi&comunicazione ha realizzato un’indagine sull’hate speech e l’antisemitismo online in Italia.

I dati raccolti da Absolut ci interrogano sul ruolo duplice del digitale. Utile a ricordare e a riflettere, dibattere sul tema. Ma anche con lati oscuri da analizzare.
La mappatura effettuata dal nostro digital team, mediante l’estrazione e la geolocalizzazione dei tweet che contengono parole sensibili, è stata mirata a identificare le zone dove l’intolleranza è maggiormente diffusa, cercando di rilevare il sentimento che anima le community online, luoghi spesso dominati dalla garanzia di anonimato e dal linguaggio d’odio.

Nel 2022 Absolut ha tracciato un aumento evidente e notevolissimo delle percentuali dei tweet negativi a fronte del totale dei tweet rilevati. Il che indica una maggiore radicalizzazione dei discorsi d’odio. A un allargamento delle possibilità di scelta delle piattaforme social, corrisponde una selettività maggiore di messaggi di esclusione, intolleranza e discriminazione.

Altro elemento emerso riguarda il podio delle categorie prese di mira: non solo gli ebrei, ma anche le donne, le persone con disabilità, le persone omosessuali.

Nel 2022, secondo la rilevazione di Absolut eventi&comunicazione, sono stati tracciati oltre 40.000 tweet contenenti parole sensibili con valenza negativa rivolte agli ebrei. A Roma e nel Lazio il fenomeno è più forte, seguiti da tutto il Nord Italia, con la Lombardia e il Veneto in testa.
In Campania, Molise e Calabria, invece, il volume delle esternazioni di stampo antisemita è estremamente basso.

I picchi di affollamento dei tweet contro gli ebrei sono stati registrati il 27 gennaio 2022, Giornata della Memoria.
In quella occasione, inoltre, alcuni manifestanti No Vax indossarono divise di deportati e distribuirono volantini sulla Shoah. I paragoni tra le norme anti-Covid e lo sterminio degli ebrei caratterizzò anche il dibattito online.

Ma la giornata del 2022 che ha registrato il maggior numero di contenuti antisemiti è stata il 20 maggio. A Milano, un avvocato ebreo è stato aggredito per strada con sputi e insulti perché indossava la kippah. A denunciare l’episodio la stessa vittima, tramite Facebook.

Ulteriore slancio ai tweet d’odio contro gli ebrei è stato dato da un evento registrato il 14 agosto 2022. In un’intervista rilasciata al settimanale britannico The Spectator, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni rivendicava la scelta di non eliminare dal simbolo del partito il riferimento al Movimento Sociale Italiano.

Nel mondo il 2022 è stato l’anno più antisemita dell’ultimo decennio, con una media di dieci episodi al giorno (circa il 50% degli episodi denunciati è avvenuto in Europa). La Germania ha registrato oltre 3.000 crimini a sfondo politico con un movente antisemita; si tratta del numero più alto in Europa. Seguono i Paesi Bassi (627 episodi) e la Francia (589 episodi).

Secondo una recente ricerca di SWG, il 15,6% degli italiani pensa che la Shoah non sia mai avvenuta; nel 2004 la percentuale era del 2,7%. Il 61,7% degli italiani crede che gli episodi di antisemitismo in Italia siano casi isolati, mentre il 60,6% ritiene che siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Il 37,2% degli italiani pensa che l’hate speech online sia una bravata messa in atto per provocazione o per scherzo.

Alcuni Paesi europei stanno provando a contrastare i fenomeni di antisemitismo online:

La Germania, recentemente, ha preso in considerazione l’ipotesi di bannare l’app Telegram, perché favorirebbe la circolazione di fake news ed hate speech, data l’assenza di filtri di censura.

In Francia, il 20 gennaio 2022, Twitter ha perso la causa – pendente avanti alla Corte d’appello di Parigi – sulla tracciabilità dei dati degli utenti che praticano l’hate speech.

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