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Ricerca scientifica e contrasto alla pandemia: in un colluttorio un valido alleato contro la diffusione del Coronavirus

By 16 Febbraio 2022 No Comments

Uno studio promosso in Spagna all’Università di Valencia e dal DENTAID Research Center dimostra che, a contatto con il Cetilpiridinio Cloruro (CPC), composto chimico presente in alcuni colluttori dell’azienda spagnola, la membrana del virus tende a scoppiare, riducendo significativamente la propria carica virale.

Proseguono i progressi della ricerca scientifica finalizzata a individuare azioni e strumenti di contrasto alla diffusione del virus SARS-CoV-2, notoriamente conosciuto come Coronavirus. L’ultima novità in tal senso arriva dalla Spagna e individua in un colluttorio, con particolare riferimento a un composto chimico contenuto al suo interno, un valido alleato contro l’agente patogeno.

Nel dettaglio, lo studio è stato promosso dall’Università di Valencia e dal DENTAID Research Center, divisione di analisi della multinazionale DENTAID, da oltre 40 anni in prima linea, in oltre 70 Paesi, nel campo della salute orale, società che si avvale del nostro contributo per le promozione delle sue attività in Italia, con mirate azioni di ufficio stampa e comunicazione digitale.

Quanto al composto chimico in grado di contrastare la diffusione del SARS-CoV-2, l’elemento in questione è il Cetilpiridinio Cloruro (CPC), presente in alcuni collutori della linea VITIS e Perio-Aid, grazie alla sua capacità di rompere la membrana del virus, una volta a contatto con essa, con l’effetto di renderlo meno contagioso.

Le evidenze derivanti da questo studio, al quale i promotori hanno già annunciato seguiranno ulteriori approfondimenti, sono state pubblicate sul Journal of Oral Microbiology, anche in considerazione del carattere assolutamente innovativo di quanto scoperto. È la prima volta infatti che si riesce a mettere in correlazione lo scoppio della a membrana del virus a contatto con il Cetilpiridinio Cloruro (CPC).

Nello studio, si dimostra che il SARS-CoV-2 ha una forte affinità nei confronti dei tessuti orali e si replica attivamente nelle ghiandole salivari, tanto che negli individui contagiati si riscontra normalmente un’alta carica virale nella saliva. Ciò suggerisce che ridurre tale carica del cavo orale potrebbe rivelarsi una strategia efficace per ridurre la circolazione del SARS-CoV-2.

Non a caso, già oggi numerose società odontoiatriche raccomandano l’uso di collutori contenenti CPC all’interno degli studi dentistici, per ridurre il rischio di trasmissione della malattia. Una raccomandazione che a partire da questo momento acquisisce ulteriore robustezza, ampliando il bagaglio di saperi e conoscenze sempre più indispensabili per arginare la diffusione del virus più letale con il quale la popolazione mondiale ha dovuto fare i conti negli ultimi decenni.

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